REGOLARIZZAZIONE LAVORATORI DOMESTICI

Uno dei settori di lavoro in cui maggiore è la presenza di lavoratori extracomunitari è senza dubbio quello dei lavoratori domestici.

In questo settore rientrano le figure lavorative delle colf, delle baby sitter e delle badanti, figure che sono divenute sempre più fondamentali, per esempio, al fine di garantire l’assistenza continuativa alle persone anziani, o malate.

Questa crescente necessità è dovuta anche alla carenza di posti disponibili nelle strutture di ricovero pubbliche e private, strutture che molto spesso hanno costi elevati e talora sono poco gradite dalle stesse persone bisognose, che molto spesso, se possibile, preferiscono essere curati e assistiti in casa.

Un simile lavoro svolge dunque una vera e propria funzione sociale ed è stato giustamente disciplinato dall’ordinamento, che oggi prevede una dettagliata regolamentazione anche in termini di contrattazione collettiva in merito agli istituti fondamentali del rapporto di lavoro: orario, ferie, riposi e conseguente trattamento retributivo e contributivo.

Troppo spesso, tuttavia, il rapporto di lavoro domestico rimane inquadrato in modo irregolare, senza la costituzione di un formale rapporto di lavoro, magari riconoscendo i medesimi importi previsti dalla contrattazione collettiva, ma lasciando il lavoratore privo delle garanzie e tutele che conseguono alla regolarizzazione previdenziale.

L’INPS ha, in questi mesi, sottolineato l’opportunità per tutti i lavoratori ed i datori di lavoro di procedere alla regolarizzazione del rapporto, introducendo, altresì, la possibilità di effettuare la regolarizzazione, attraverso una procedura semplificata direttamente on line, dal sito internet:

http://www.inps.it/

La previsione dello strumento informatico si presenta come la modalità principale per procedere alle comunicazioni relative all’assunzione tra datori di lavoro e istituzioni pubbliche, comunicazioni obbligatorie che sono, peraltro, state innovate dalla legge 296 del 2006 (finanziaria per il 2007), la normativa che ha introdotto l’obbligo di comunicazione alla Direzione Provinciale del Lavoro anticipatamente all’inizio stesso del rapporto.

Riportiamo, a tale proposito, il testo della comunicazione che l’INPS sta distribuendo in questi giorni nelle maggiori città italiane, per favorire la regolarizzazione del rapporto di lavoro domestico:

LETTERA APERTA A TUTTI QUELLI CHE VOGLIONO DARE IL LORO PICCOLO CONTRIBUTO PER UNA SOCIETA’MIGLIORE

Probabilmente non sognavi di fare la colf. O la baby sitter. O la badante. Forse perché questi non sono visti come lavori normali: un lavoro nomrale ha a che fare con computer, scrivanie, uffici, prodotti, responsabilità. Quindi chi pensa all’igiene della casa, o chi si prende cura di bambini e anziani, non fa apparentemente un lavoro normale.

Però, pensaci un attimo. Anche tu hai un ufficio: è la casa dove lavori. E anche tu produci qualcosa, una cosa che nessuna azienda sarà mai in grado di produrre: serenità. Per non parlare di tutte le responsabilità che ti assumi curando anziani o bambini. Come ogni altro lavoro quindi, anche il tuo merita gli stessi diritti e deve godere della stessa dignità.

La legge italiana tutela i diritti di tutti i lavoratori domestici.

Essere in regola significa:

Ottenere e rinnovare il permesso di soggiorno
Essere equiparato ad un lavoratore italiano
Contribuire alla propria pensione
Godere dell’assicurazione Inail contro gli infortuni
Assistenza sanitaria
Pensione di anzianità
Assegno di invalidità
Indennità di maternità
Assegni al nucleo familiare
Tranquillità

Per questo è importante che tu chieda di essere messo in regola. Grazie all’INPS, al tuo datore di lavoro basta un click sul computer o una semplice telefonata per regolarizzare la tua posizione. Un modo semplice per contribuire ad una società migliore e dimostrarti quanto è importante ciò che fai.

Parla dei vantaggi che ottiene chi viene messo in regola, a chi come te si occupa della casa, si prende cura di persone anziane o malate, oppure segue i bambini piccoli.

Sentirsi a casa, anche in Italia, è un vostro diritto
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